"Sono uno che inizia presto la giornata, di quelli che d’inverno si alzano quando è buio e d’estate quando il sole ha appena acceso un velo di rosa pallido all’orizzonte e ad ovest è ancora notte.
Di quelli che di notte si siedono in pigiama nel tinello, guardando la caffettiera e aspettando che quel fluido nero e caldo del mattino, che ancora non è iniziato, gli scenda nello stomaco per dargli abbastanza calore da sentirsi vivi e cominciare la giornata.
L’ascensore al mattino fa un baccano infernale e allora scendi a piedi per non dare fastidio e, quando apri il portone di casa, d’inverno, l’aria fredda della notte ti viene incontro e ti si stringe addosso, amica e nemica che ti aiuta a svegliarti ma ti gela le ossa.
Le bocce gialle dell’illuminazione pubblica illuminano il centro storico e quei monconi di campanili che vedi stentano al di sopra di tetti rossastri e la città ti sembra un'altra cosa, non sempre amichevole. A volte è muta e ostile, nel freddo di prima mattina. I tuoi passi risuonano lenti sul selciato e, se senti un cane che abbaia, affretti il passo per chiuderti in auto. Le auto degli altri mattinieri come te passano chiuse tra vetri appannati e ospiti imbacuccati per il freddo.
D’estate il mattino è più ospitale, il sole inizia a disegnare un chiarore rossastro all’orizzonte e l’aria del mattino ti accoglie fresca e pulita dopo una notte di sudori e caldo nel letto, tra le mura della tua casa infuocate dal sole d’estate. E allora ti allunghi, vai al bar dopo il Covo degli Arditi e ti prendi un altro caffè e il barista sorride per farti capire che non sei solo in piedi a prima mattina e quel caffè ti sembra più caldo di quello che ti sei fatto a casa da solo.
Sono uno che finisce tardi la giornata, di quelli che d’inverno tornano a casa di notte e che non vedono mai il sole nella loro città, di quelli che d’estate, quando va bene, lo vedono tramontare quando stanno per arrivare a casa.
Sono uno che vive a pezzi, un pezzo questo fine settimana e un pezzo il prossimo, perché in mezzo ho solo il tempo di mangiare e dormire, per me tempo non ne ho.
Sono di quelli che scrivono e che sono troppo pigri per inseguire la chimera di un editore ricco e famoso che li porta via in limousine, mi piace farlo per me, per i miei amici e per quelli che, girando distrattamente per la rete possono imbersi nella piccola boa galleggiante del mio sito.
A tutti un buon divertimento.
Giampiero D’Ecclesiis (Miles Algo)
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