Ho stretto rapporti con persone nuove, ho incontrato nuovi amici e, dopo un lungo periodo in cui, dopo la perdita di un caro amico, mi sono sentito solo ho ricominciato a sentire intorno a me il profumo dell’amicizia.
E’ un profumo raro quello dell’amicizia, è il profumo dell’affetto disinteressato, dell’empatia automatica, della tendenza alla sincerità.
Perché vi parlo di queste cose in una nota che dovrebbe parlare della mia prima intervista?
Perché queste cosa hanno molto a che fare con la mia prima intervista da “scrittore”, lo metto ancora tra parentesi, dopo tre o 4 pubblicazioni e dopo tanti racconti scritti mi sento ancora pienamente un grafomane ignorante e, se anche la mia amica Ester mi dice che non dovrei, proprio non riesco a svestire i panni di quello capitato per caso in un salotto di lusso.
Scrivere mi diverte, mi piace, mi aiuta a superare i miei momenti, incidentalmente le cose che scrivo piacciono anche a taluni, ma sono anche convinto che molti, moltissimi semplicemente non ci provano.
![]() |
D'Ecclesiis mentre legge un "Fattariello"
Foto Massimo Bavusi
|
E’ uscita qualche giorno fa sul Giornale Lucano e la mia prima intervista me l’ha fatta un amico, una persona complessa, a volte tormentata, di grande intelligenza e sensibilità, uno che, come me, non riesce a tenersi tutto dentro e deve scrivere poesie per svuotare almeno un poco il serbatoio delle emozioni e cercare di evitare che esse lo soverchino, siano esse di felicità o meno.
Di chi sto parlando? Leonardo Pisani, naturalmente.
Leo è uno che sa osservare, anche da lontano, è uno che scrive di pancia come me, è uno che facilmente decodifica le mie costruzioni anche quando cercano artificiosamente di dissimulare, Leonardo ha pensieri ed è mio amico. Ma è anche uno che cerca, che studia che ama il particolare.
È a lui che rilascio la mia prima intervista da “scrittore”, è lui che la sollecita, che mi marca e che per primo lancia una boa luminosa a rischiarare la strada del mio “Ipnotiche oscillazioni”; è Lui che tante volte mi ha detto “Uagliò ma che aspetti? Quando li pubblichi ‘sti racconti?”.
L’intervista la pubblica subito sul Giornale Lucano (grazie alla testata) e lancia, per primo, il mio libro.
Leonardo.
Ecco, la storia di Oscillazioni Ipnotiche è fatta anche di questo, di piccoli gesti di amicizia, di telefonate notturne , di –Uagliò comme staje?- , di sguardi dal fondo della sala, di sigarette fumate di notte scambiandosi messaggi via chat.
Alla fine quello che mi rimane è sempre molto di più di quello che, forse, sono riuscito a dare con ogni mio singolo racconto, ho degli amici, cari, che mi stimano e mi vogliono bene.
Il resto conta meno.
leggi l'intervista qui >>>
Nessun commento:
Posta un commento