martedì 27 gennaio 2015

Fattariello 2015 - FANTASIE E REALTA'


2 gennaio 2015 alle ore 18.17

Giacomo Della Pietra amava Violante Cassiodoro incontestabilmente, senza dubbi, senza reticenze; isso era nu' bell'ommo, si era innamorato di quella cascata di capelli rossi e della giovinezza che traspariva da ogni sguardo, da ogni mossa della sua bella Violante che spergiurava per lui un amore appassionato.
Violante era una donna che non passava inosservata, bella di viso e di figura, sfrontata quanto basta, imponeva facilmente la sua presenza e Giacomo, che dopotutto non era da meno, era stato colpito da questa sua carica vitale che, come diceva Lui stesso, l’accendeva come una cometa.
Ora fin qui a te, caro lettore, potrebbe sembrare che tutto fili per il meglio, lui e lei innamorati, che si piacciono, belli entrambi, insomma ‘na situazione ‘e paradiso!

Ma non è tutt’oro quello che luce.

Fin dalla età più tenera Giacomo aveva la capacità d’asciresene ‘n fantasia, che per i non napoletani vuol dire avere la capacità di sognare ad occhi aperti, era capace di fissarsi su un pensiero e una storia e di viverla ad occhi aperti sentendo su di sé tutte le emozioni e le situazioni in maniera vivissima, quasi una sorta di transfert che lo catapultava in un mondo parallelo.
Il suo libretto di licenza media inferiore riportava testualmente “Lo studente a tratti si estranea dalla realtà alla quale ritorna sussultando se richiamato…”, continuando con un profilo non troppo lusinghiero delle sue capacità cognitive che il tempo e la vita provvidero a confutare insieme alle capacità di valutazione del suo antico docente.
Un giorno Giacomo, di ritorno dal lavoro, ebbe la bella idea di chiamare la sua dolce Violante al suo numero di ufficio presso lo studio dentistico Bella Salma, erano le 11 e a quell’ora la sua amata era certamente in ufficio e, quindi, il Della Pietra, dopo aver preso un bel caffè al Bar Passalacqua nella piazza del paese, si recò alla cabina telefonica per chiamare la sua bella.
Al quinto squillo di telefono senza risposta gli si propagò un vago senso di inquietudine che represse prontamente pensando “Sarrà asciuta a’ se piglià ‘o ccafè”, uscì dalla cabina un po’deluso e si avviò presso il suo ufficio.
Alle 13,00, come tutti i giorni, appuntamento al parco e lì la bella Violante si lasciò sfuggire “Ammore bello, oggi non ti sei fatto sentire proprio, pensavo che mi chiamavi, so stata allo studio tutta la mattina!” – al che prontamente Giacomo replicò –“Ma comme! Te chiammaje e tu non rispondevi? Addò stive?”, insomma una piccola discussione che finì attribuendo il mancato contatto ad un disguido della linea telefonica, dopo sorrisi, baci, abbracci, sospiri d’ammore e un piccolo sommesso trrrrr, trrrrr,trrrrr, trrrrr nella testa di Giacomo che cominciò a lavorare.
“La linea telefonica che non funzionava? Mhà! Nun era maje succieso! Bhà….Va bbuò mo nun facimme tragedie, sarrà stato nu caso! …..Mhà….. E se invece ……! Nooooo! Ma quanne maje! E poi pecchè? Nooo, Giacomì, nun da rette a fantasie, lassa sta!”
Questo, grossomodo, era il ragionamento che fluì più volte nel corso della giornata nella testa di Giacomo poi, lentamente, il pensiero sfumò e rimase silente nella testa.
- Pronto? Ammore? Ce verimme? Io esco per accompagnare mia nipote a suonare pianoforte, accussì, mentre Lei sona nuie ce verimme e ce damme nu bacetto? Che dici Giacomo ce verimme a Via Cavour, va bene?-
Giacomo arrevaje comme a nu fulmine, tutto contento di potersi vedere un'altra volta con la sua bella Violante, quanne furono le otto Isso dicette,
- Ammore, io me ne devo andare, tengo un appuntamento di lavoro e nun pozzo proprio mancà. Ce sentimmo cchiù tardi?-
_Va bene – dicette Violante – solo se faje tardi nun chiammà che lo sai che Papà si arrabbia!-
Ore 21 Resoconto della telefonata di Giacomo Della Pietra a Violante Cassiodoro.
-Pronto ? Uè, ciao ammore bello come staje?-
-Uff, so stanca che non hai l’idea, quanne tu te ne jette, pe tramente che aspittavo a mia nipote Luisella, facette quattro passi giù al corso, aggio incontrato a mio Zio Michele e il figlio del notaio Percuopo, Michele, abbiamo fatto due chiacchiere-
Il figlio del notaio Percuopo era un ex spasimante di Violante, la botta di arraggio nella testa di Giacomo su immediata e incontenibile
-Ah! Ma guarda un po’! Proprio a isso aveva ‘ncuntrà eh?-
-Ehhh quanto sei esagerato, nun fa ‘o geloso, c’era anche mio zio Michele…-
Istantaneamente nella testa di Giacomo si formulo il pensiero –Chest’ ‘o dici tu!-
-…Ancora stai appresso a isso, lo sai che io amo solo a te…”
Insomma ne seguì una piccola baruffa con esito da innamorati, conclusasi con promesse d’amore eterno, baci, tenerezze e appuntamento all’indomani.
Tutto passato tutto finito, tutto superato ma il TRRRR, TRRRR, TRRRR, TRRRR nella testa di Giacomo era oggettivamente diventato più forte, la miscela era oggettivamente infiammabile, un poco di gelosia, un po’ di frustrazione, una grande fantasia, Giacomo accumminciaje a dare i numeri.
Alla Salumeria Sole, invia Libertà il titolare Emanuele Sole affettava il prosciutto con aria professionale e seria e con una precisione sullo spessore della fetta da fare invidia al più preciso dei computer. L’ordinazione proveniva da casa Cassiodoro, Don Filippo, il padrone di casa, era uomo pignolissimo e pretenzioso, per Lui solo il miglior taglio di prosciutto, tagliato finissimo e portato fresco fresco a casa.
Intanto si erano fatte le 12 e quel fetente di Giannino, il ragazzo delle consegne, non era tornato ancora e fu così che, a malincuore, ‘On Emanuele affidò il compito di consegnare la spesa di casa Cassiodoro a Luigino, il suo secondo giovane di fatica, poco avvezzo alla fatica e,soprattutto, assai ignorante.
-Signò! So Giggino v’aggio purtato a spesa ! Ecco qua signora bella, qua sta il conto.
-Va bene Giggì, aspetta che prendo i soldi di là
Mentre la dolce Violante era di là a prendere i denari iniziò a squillare il telefono,Giggino tanto sfaticato quanto cafone non ci pensò due volte, prese il telefono e rispose.
Il seguito descrive l’andamento della conversazione telefonica:

-Pronto, sono io-
-Prondo? Chi è? So' Giggino, Chi vuoi tu?
-Ma chi è? Chi è all’apparecchio?
-Azz si surdo? Sono GiGGiNOOO! Tu chi si’? Che vuoi?
-Come Giggino? E chi è Giggino? Violante dove sta?
-Ah ah ah ah ah Chi la signora? E’ bona eh? Mo l’ho mandata di là
-Come di là? Come bona? Ma insomma che succede?
-Ueee’ma tu che vuoi? Ma lo sai che sei scostumata? Mo tenemme a che fa. Chiamma aroppe!

Il tumulto nella mente di Giacomo su istantaneo ed irrefrenabile, percorse volando la strada che lo separava dalla casa della sua bella con la testa piena di immagini di questo Giggino, voluttuosamente concupito dalla sua Violante. Nel frattempo la sua mente analitica e fantasiosa ripassava al setaccio tutte le minime discrepanze dei giorni passati: la telefonata mancata? Era a letto con Giggino! La passeggiata per il Corso? Era in cerca di Giggino! La visita dal dottore? Amplesso con Giggino! La visita dalle Zie? Amplesso con Giggino e forse anche col dottore!
Arrivò sotto casa di Violante come un lupo schiumante di rabbia, gli occhi in fiamme e con un ruggito rabbioso che gli risaliva dalle profondità della pancia pronto ad esplodere in un delirio di contumelie e offese, salì le scale a due alla volta e, quando la porta della sua amata si aprì,lo vide uscire arretrando intimidito mentre gli arrivava la voce incollerita della sua Violante:
-Animale! Imbecille!Cafone! Come ti sei permesso di rispondere al telefono? Quanta confidenza? Pezzo di cretino chi ti ha sentito avrà pensato che in questa casa abbiamo servi idioti. E se era il mio fidanzato al telefono? Pezzo di animale! Nun si manco buono a consegnare la spesa,domani il tuo padrone mi sente! Cretino! Cafone! Imbecille!
Lo sbattere violento della porta chiuse la sfuriata violenta di Violante al ragazzo del salumiere e fece cadere di colpo la benda dagli occhi di GiacomoDella Pietra.
-Mamma mia che granchio che stavo pigliando! Maledizione alla mia fantasia! Sarei stato capace di far succedere il pandemonio per nulla. Povero amore mio.
Se ne uscì alla chetichella dal portone di casa Cassidoro senza neanche osare bussare alla porta.
-Amore? Tesoro? Vieni qui. Vieni a vedere.
-Lo vedi? Se ne va, curnuto e contento. Simme state furtunate che è succieso u’ fatto di Giggino, adesso per un po’ non sarà più sospettoso!
Così disse Michele Percuopo mentre sfilava la vestaglia dal corpo nudo di Violante e guardava da dietro ai vetri il povero Giacomo che se ne tornava a casa contento, Lei gorgheggiò felice e chiuse la tenda dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la donna è mobile e l’uomo un punto fesso del suo infinito universo.