giovedì 4 giugno 2015

Cosa dicono di Giovacchino Zaccana?

“Giovacchino è il mio alter ego, come me, geologo, fa i viaggi che avrei voluto fare io e li fonde con quelli che ho fatto io…”
Giampiero D’Ecclesiis ha svelato il suo alter ego al pubblico, ieri, presso la Cappella dei Celestini nell’ambito del maggio dei libri a cui la casa editrice potentina Universosud aderisce.
La sala, abbellita dalla mostra pittorica di Luigi Marchese, si è riempita di curiosi, amici, conoscenti e fan dello scrittore lucano che ha presentato il suo secondo lavoro con la giovane casa editrice lucana.
Gli appunti di viaggio di Giovacchino Zaccana definiti da Leonardo Pisani, moderatore della serata un “agile” libro, sono un quaderno di appunti in cui l’alter ego di Giampiero viaggia e racconta le sue avventure da dottorino neo laureato a uomo di mezza età. Un viaggio nei viaggi e in località diverse attraverso cui è possibile tracciare e seguire l’evolversi del protagonista e la sua crescita personale in uno stile differente ed una scrittura più asciutta e concisa rispetto al precedente lavoro, “Ipnotiche oscillazioni”, come ha evidenziato Leonardo Pisani.
Non sono mancati i momenti di leggerezza. La professoressa Antonella Pellettieri, amica dello scrittore, ha presentato il libro facendo riferimento a momenti della vita dell’autore, in un alternarsi di episodi divertenti e considerazioni letterarie.
Sono stati molto intensi i momenti dedicati alla lettura di alcuni brani estratti dal libro, in particolare quello dedicato alla Romania, nazione più volte protagonista del libro, durante il quale Giampiero D’Ecclesiis è stato affiancato nella lettura di una toccante poesia in lingua rumena di Eminescu, letta dalla dottoressa Mihaela Pavelescu.
La serata è terminata rilanciando i prossimi appuntamenti de Il Maggio dei libri, primo dei quali, dedicato alla poesia di Universum Academy Basilicata, il 28 maggio.






giovedì 14 maggio 2015

Giampiero D’Ecclesiis: In viaggio con “Giovacchino Zaccana”

Partiamo il 20 maggio prossimo con la presentazione di Giovacchino Zaccana – Appunti disordinati di viaggio, alle ore 18.00 in Cappella dei Celestini, Largo Duomo a Potenza.

Chi è Giovacchino? Attraverso quali luoghi ci accompagnerà nei viaggi, immaginari e reali, dal 1968 al 2000? “Si tratta – scrive Simone Bozzato, Segretario generale della Società Geografica Italiana Onlus e autore della Prefazione del libro - di un “metaviaggio” che, nell’attuale scenario globale in cui le nuove tecnologie facilitano gli spostamenti riducendo le distanze tra un luogo e l’altro, avvicinano fisicamente società e culture diverse, affronta la dimensione interiore di una esplorazione nella “mente del viaggiatore” per rintracciarvi l’antichissimo, ma sempre attuale, istinto all’incontro e al confronto con le comunità “altre”. La disposizione al viaggio è una modalità dello spirito e un atteggiamento della mente. Lo stimolo al viaggio di conoscenza, dunque, risiede in noi.”

Il volume si avvale delle preziose foto dell’amico e fotografo Edoardo Angrisani e di foto che lo dello stesso autore ha scattato durante i suoi viaggi, a testimonianza della meraviglia e delle sensazioni rimaste impresse nella sua memoria.

Giovacchino Zaccana è un taccuino pieno di spunti ed emozioni che ci raccontano luoghi lontani e vicini, che percorre un lasso di tempo ricco di fatti storici a cui l’autore spesso fa riferimento, ma anche della storia personale e momenti di un viaggio non solo fisico ma anche metaforico: un viaggio nello spazio e nel tempo. Ad accompagnarci in questo percorso il giornalista Leonardo Pisani.

Scrive l’autore nella premessa: “Mi piace immaginare le luci, i colori, i profumi di mondi lontani, sentire il vento caldo del deserto sulla pelle oppure il fresco profumo di un bosco di betulle del  nord. Giovacchino è il mio alter ego, come me, geologo, fa i viaggi che avrei voluto fare io e li fonde con quelli che ho fatto davvero; incrocia i miei incontri con i suoi, mi aiuta a sognare terre lontane, incontri, profumi. Spero vi piaccia e, come a me succedeva nelle estati di qualche decennio fa, vi aiuti a sognare ad occhi aperti di mondi e d’incontri lontani, aiutandovi a trascorrere le ore più lente della giornata. Buon viaggio.”



mercoledì 6 maggio 2015

mercoledì 25 febbraio 2015

Ipnotiche realtà!!!



Grazie a Luigi Marchese, un fan che girovagando e fotografando per paesi lucani ha realizzato questo meraviglioso scatto, mostrandoci che, in fondo, in ogni angolo, in ogni luogo se osserviamo bene possiamo ritrovare personaggi, luoghi, situazioni e .... oscillazioni ipnotiche!!!



venerdì 6 febbraio 2015

25 ANNI DI GEOLOGIA (IN REALTÀ 27)


Oggi ottengo il mio timbro d’argento, sono passati 27 anni dal lontano 1988 in cui ho ottenuto il mio sudatissimo timbro professionale da geologo, fino a stamattina non ci ho pensato molto e, forse, se non mi fosse capitata sotto mano una vecchia foto bastarda che mia madre conserva su una mensola che mi riprende nel letto del torrente Camastra, avrei continuato a non pensarci e invece…..
Cazzo se ne è passato di tempo, quante facce, quanti posti, quante montagne ho scalato in questi anni, mi ritornano in mente per immagini, i miei piedi al margine della cresta calcarenitica su cui sorgono i templi di Agrigento, una dolina sul monte Fossino, l’acqua della Sorgente San Giovanni di Castelluccio, i frammenti delle case ancora distrutte sotto la frana di Senise, Roccanova, Castronuvo, Latronico, il caldo di Leptis Magna, le cime dei monti Fagaras in Romania, le chiesette di Salatrocu e il Pope che ci racconta degli ori e delle icone, il lago Vidraru, le gravine di Matera, di Ginosa, di Palagiano, le sorgenti del Monte Sirino, l’Acqua di Colantonio che va in letargo d’Inverno e di sveglia a primavera, i vulcanetti di fango presso Vaglio, la puzza di zolfo della Solfatara di Pozzuoli.
Ponti, strade, dighe, gallerie, fabbricati, geoarcheologia, ferrovie, acquedotti, pozzi, qualche migliaia di perforazioni eseguite nel sottosuolo in giro per l’Italia e all’estero, facce di clienti, il sorriso di una vecchia algerina davanti all’acqua che usciva da un pozzo appena eseguito, la fatica disegnata sul viso degli autisti delle pale meccaniche che combattevano per tenere aperta la Statale 90 invasa da una frana gigantesca.
Fare il geologo è la cosa migliore che possa capitare a chi ama la natura ed è dotato di fantasia, secondo me due doti indispensabili per fare un buon geologo, senza immaginazione non si fa strada, non è un lavoro da ragionieri o da ingegneri, ci vuole esperienza, apertura mentale, la natura non si lascia mai leggere facilmente, bisogna conoscere le regole e saperne intuire le eccezioni.
Sono stato fortunato, ho avuto grandi maestri, ho lavorato con il Professore Cotecchia, “Il Professore”, mi ha insegnato tutto, mi ha dato metodo, mentalità, mi ha insegnato a incanalare la mia immaginazione nella giusta direzione, il suo studio negli anni 90 era una fucina delle migliori menti nel campo della geologia applicata italiana, fianco a fianco c’erano Ordinari, Ricercatori, Ingegneri, Geologi, disegnatori, topografi in squadra su ogni progetto.
Mentre in quel periodo Ingegneri geotecnici e geologi si beccavano su conflitti di competenza, importando nel mondo della professione un conflitto nato nel mondo accademico, io vivevo professionalmente in una sorta di Accademia in cui il confronto era libero e lo scambio intensissimo, ne uscii per mia volontà nel ’94 con un bagaglio di esperienza importantissimo.
Credo di non aver mai detto un sincero e sentito grazie a Vincenzo Cotecchia, vorrei chiamarlo per dirgli quel grazie che non gli ho mai detto, un grazie per avermi insegnato moltissimo.
Fare il geologo è difficile, ci vogliono occasioni per fare esperienza, per vedere cose nuove, fenomeni, situazioni, per crearsi la propria biblioteca di conoscenza di cui i libri e l’Università, ahimè, non costituiscono che gli abbecedari delle prime classi.
Non c’è libro che ti può insegnare a riconoscere una frana, né a comprenderne l’evoluzione, ne devi aver viste tante e tante, devi aver messo gli scarponi nel fango tante volte e scalato tanti pendii per arrivare a sentirti abbastanza sicuro di riuscire a riconoscerla in tempo.
Non c’è libro che ti insegni a seguire le vie imperscrutabili delle acque sotterranee, a coglierne i segni minimi, a percepirne il flusso fino ad intercettare le sorgenti o i punti utili per realizzare un pozzo.
I miei colleghi di oggi sono molto digitali, le parole d’ordine sono GIS, WEB GIS, computer, tutto molto lontano dal “mente et malleo” che ha ispirato le generazioni di geologi che mi hanno preceduto e anche la mia.
Ma ogni tempo ha i suoi metodi e le sue tecnologie, io pur continuando ad essere un geologo che sperimenta le nuove tecnologie rimango ancorato a quel mente ed malleo che è il nostro motto.
Dopo 27 anni di professione, e oltre 30 che frequento il mondo della geologia, domani ritiro per la prima volta qualcosa che ha un valore simbolico rispetto al mio impegno professionale, pensavo che non fosse importante, pensavo di fare il superiore, pensavo che alla fine fosse una cosa come un’altra da fare tanto perché si fa e invece oggi mi sono messo a pensare e ho capito che non lo è.
Porterò con me la mia bussola e il mio martello, fanculo se mi fermano i Carabinieri e mi chiedono che ci faccio, fanculo se qualcuno mi guarderà un po’ strano, entrambi sono con me dal 1982, ero ancora studente quando li ho comprati, il mio martello insieme alla mia mente fa di me quello che sono: Un geologo.

Tanti auguri a me.
Giampiero D'Ecclesiis

martedì 27 gennaio 2015

Fattariello 2015 - FANTASIE E REALTA'


2 gennaio 2015 alle ore 18.17

Giacomo Della Pietra amava Violante Cassiodoro incontestabilmente, senza dubbi, senza reticenze; isso era nu' bell'ommo, si era innamorato di quella cascata di capelli rossi e della giovinezza che traspariva da ogni sguardo, da ogni mossa della sua bella Violante che spergiurava per lui un amore appassionato.
Violante era una donna che non passava inosservata, bella di viso e di figura, sfrontata quanto basta, imponeva facilmente la sua presenza e Giacomo, che dopotutto non era da meno, era stato colpito da questa sua carica vitale che, come diceva Lui stesso, l’accendeva come una cometa.
Ora fin qui a te, caro lettore, potrebbe sembrare che tutto fili per il meglio, lui e lei innamorati, che si piacciono, belli entrambi, insomma ‘na situazione ‘e paradiso!

Ma non è tutt’oro quello che luce.

Fin dalla età più tenera Giacomo aveva la capacità d’asciresene ‘n fantasia, che per i non napoletani vuol dire avere la capacità di sognare ad occhi aperti, era capace di fissarsi su un pensiero e una storia e di viverla ad occhi aperti sentendo su di sé tutte le emozioni e le situazioni in maniera vivissima, quasi una sorta di transfert che lo catapultava in un mondo parallelo.
Il suo libretto di licenza media inferiore riportava testualmente “Lo studente a tratti si estranea dalla realtà alla quale ritorna sussultando se richiamato…”, continuando con un profilo non troppo lusinghiero delle sue capacità cognitive che il tempo e la vita provvidero a confutare insieme alle capacità di valutazione del suo antico docente.
Un giorno Giacomo, di ritorno dal lavoro, ebbe la bella idea di chiamare la sua dolce Violante al suo numero di ufficio presso lo studio dentistico Bella Salma, erano le 11 e a quell’ora la sua amata era certamente in ufficio e, quindi, il Della Pietra, dopo aver preso un bel caffè al Bar Passalacqua nella piazza del paese, si recò alla cabina telefonica per chiamare la sua bella.
Al quinto squillo di telefono senza risposta gli si propagò un vago senso di inquietudine che represse prontamente pensando “Sarrà asciuta a’ se piglià ‘o ccafè”, uscì dalla cabina un po’deluso e si avviò presso il suo ufficio.
Alle 13,00, come tutti i giorni, appuntamento al parco e lì la bella Violante si lasciò sfuggire “Ammore bello, oggi non ti sei fatto sentire proprio, pensavo che mi chiamavi, so stata allo studio tutta la mattina!” – al che prontamente Giacomo replicò –“Ma comme! Te chiammaje e tu non rispondevi? Addò stive?”, insomma una piccola discussione che finì attribuendo il mancato contatto ad un disguido della linea telefonica, dopo sorrisi, baci, abbracci, sospiri d’ammore e un piccolo sommesso trrrrr, trrrrr,trrrrr, trrrrr nella testa di Giacomo che cominciò a lavorare.
“La linea telefonica che non funzionava? Mhà! Nun era maje succieso! Bhà….Va bbuò mo nun facimme tragedie, sarrà stato nu caso! …..Mhà….. E se invece ……! Nooooo! Ma quanne maje! E poi pecchè? Nooo, Giacomì, nun da rette a fantasie, lassa sta!”
Questo, grossomodo, era il ragionamento che fluì più volte nel corso della giornata nella testa di Giacomo poi, lentamente, il pensiero sfumò e rimase silente nella testa.
- Pronto? Ammore? Ce verimme? Io esco per accompagnare mia nipote a suonare pianoforte, accussì, mentre Lei sona nuie ce verimme e ce damme nu bacetto? Che dici Giacomo ce verimme a Via Cavour, va bene?-
Giacomo arrevaje comme a nu fulmine, tutto contento di potersi vedere un'altra volta con la sua bella Violante, quanne furono le otto Isso dicette,
- Ammore, io me ne devo andare, tengo un appuntamento di lavoro e nun pozzo proprio mancà. Ce sentimmo cchiù tardi?-
_Va bene – dicette Violante – solo se faje tardi nun chiammà che lo sai che Papà si arrabbia!-
Ore 21 Resoconto della telefonata di Giacomo Della Pietra a Violante Cassiodoro.
-Pronto ? Uè, ciao ammore bello come staje?-
-Uff, so stanca che non hai l’idea, quanne tu te ne jette, pe tramente che aspittavo a mia nipote Luisella, facette quattro passi giù al corso, aggio incontrato a mio Zio Michele e il figlio del notaio Percuopo, Michele, abbiamo fatto due chiacchiere-
Il figlio del notaio Percuopo era un ex spasimante di Violante, la botta di arraggio nella testa di Giacomo su immediata e incontenibile
-Ah! Ma guarda un po’! Proprio a isso aveva ‘ncuntrà eh?-
-Ehhh quanto sei esagerato, nun fa ‘o geloso, c’era anche mio zio Michele…-
Istantaneamente nella testa di Giacomo si formulo il pensiero –Chest’ ‘o dici tu!-
-…Ancora stai appresso a isso, lo sai che io amo solo a te…”
Insomma ne seguì una piccola baruffa con esito da innamorati, conclusasi con promesse d’amore eterno, baci, tenerezze e appuntamento all’indomani.
Tutto passato tutto finito, tutto superato ma il TRRRR, TRRRR, TRRRR, TRRRR nella testa di Giacomo era oggettivamente diventato più forte, la miscela era oggettivamente infiammabile, un poco di gelosia, un po’ di frustrazione, una grande fantasia, Giacomo accumminciaje a dare i numeri.
Alla Salumeria Sole, invia Libertà il titolare Emanuele Sole affettava il prosciutto con aria professionale e seria e con una precisione sullo spessore della fetta da fare invidia al più preciso dei computer. L’ordinazione proveniva da casa Cassiodoro, Don Filippo, il padrone di casa, era uomo pignolissimo e pretenzioso, per Lui solo il miglior taglio di prosciutto, tagliato finissimo e portato fresco fresco a casa.
Intanto si erano fatte le 12 e quel fetente di Giannino, il ragazzo delle consegne, non era tornato ancora e fu così che, a malincuore, ‘On Emanuele affidò il compito di consegnare la spesa di casa Cassiodoro a Luigino, il suo secondo giovane di fatica, poco avvezzo alla fatica e,soprattutto, assai ignorante.
-Signò! So Giggino v’aggio purtato a spesa ! Ecco qua signora bella, qua sta il conto.
-Va bene Giggì, aspetta che prendo i soldi di là
Mentre la dolce Violante era di là a prendere i denari iniziò a squillare il telefono,Giggino tanto sfaticato quanto cafone non ci pensò due volte, prese il telefono e rispose.
Il seguito descrive l’andamento della conversazione telefonica:

-Pronto, sono io-
-Prondo? Chi è? So' Giggino, Chi vuoi tu?
-Ma chi è? Chi è all’apparecchio?
-Azz si surdo? Sono GiGGiNOOO! Tu chi si’? Che vuoi?
-Come Giggino? E chi è Giggino? Violante dove sta?
-Ah ah ah ah ah Chi la signora? E’ bona eh? Mo l’ho mandata di là
-Come di là? Come bona? Ma insomma che succede?
-Ueee’ma tu che vuoi? Ma lo sai che sei scostumata? Mo tenemme a che fa. Chiamma aroppe!

Il tumulto nella mente di Giacomo su istantaneo ed irrefrenabile, percorse volando la strada che lo separava dalla casa della sua bella con la testa piena di immagini di questo Giggino, voluttuosamente concupito dalla sua Violante. Nel frattempo la sua mente analitica e fantasiosa ripassava al setaccio tutte le minime discrepanze dei giorni passati: la telefonata mancata? Era a letto con Giggino! La passeggiata per il Corso? Era in cerca di Giggino! La visita dal dottore? Amplesso con Giggino! La visita dalle Zie? Amplesso con Giggino e forse anche col dottore!
Arrivò sotto casa di Violante come un lupo schiumante di rabbia, gli occhi in fiamme e con un ruggito rabbioso che gli risaliva dalle profondità della pancia pronto ad esplodere in un delirio di contumelie e offese, salì le scale a due alla volta e, quando la porta della sua amata si aprì,lo vide uscire arretrando intimidito mentre gli arrivava la voce incollerita della sua Violante:
-Animale! Imbecille!Cafone! Come ti sei permesso di rispondere al telefono? Quanta confidenza? Pezzo di cretino chi ti ha sentito avrà pensato che in questa casa abbiamo servi idioti. E se era il mio fidanzato al telefono? Pezzo di animale! Nun si manco buono a consegnare la spesa,domani il tuo padrone mi sente! Cretino! Cafone! Imbecille!
Lo sbattere violento della porta chiuse la sfuriata violenta di Violante al ragazzo del salumiere e fece cadere di colpo la benda dagli occhi di GiacomoDella Pietra.
-Mamma mia che granchio che stavo pigliando! Maledizione alla mia fantasia! Sarei stato capace di far succedere il pandemonio per nulla. Povero amore mio.
Se ne uscì alla chetichella dal portone di casa Cassidoro senza neanche osare bussare alla porta.
-Amore? Tesoro? Vieni qui. Vieni a vedere.
-Lo vedi? Se ne va, curnuto e contento. Simme state furtunate che è succieso u’ fatto di Giggino, adesso per un po’ non sarà più sospettoso!
Così disse Michele Percuopo mentre sfilava la vestaglia dal corpo nudo di Violante e guardava da dietro ai vetri il povero Giacomo che se ne tornava a casa contento, Lei gorgheggiò felice e chiuse la tenda dimostrando ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, che la donna è mobile e l’uomo un punto fesso del suo infinito universo.

domenica 21 dicembre 2014

Pensieri d'Inverno

Oggi inizia la stagione invernale. Questa poesia è per voi.

Bruciano lentamente

scampoli di fuoco,
piccoli bagliori rossi
tra grigio di cenere.
Non scalda più il camino
avanza il gelo.
Alla finestra
lagrime gelate
non colano,
silenzio nella casa.
E resto lì in poltrona,
sotto la mia coperta
con la mente che viaggia
verso il caldo
e verso il tuo sorriso
che sa d’estate.

21/12/2013 | G. D'Ecclesiis